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Doping: il pericolo di morte

Cos'è un prodotto dopante? Una sostanza suscettibile di migliorare la prestazione grazie al suo potere farmacologico ed il cui impiego è considerato contrario allo "spirito" sportivo, inteso come il rispetto norme che garantiscono l'equità della competizione. Ma la folla di truffatori farebbero quasi dimenticare che il doping presenta anche, e soprattutto, un rischio per la salute degli atleti. Un pericolo che può essere mortale.

Il 13 luglio 1967, il britannico Tom Simpson crolla sulle pendenze del mont Ventoux, a 36 anni, in piena tappa del giro della Francia, terrazzato sotto l'effetto combinato dell'abuso di anfetamine e del forte calore. Alcuni mesi più tardi, il Comitato internazionale olimpico (CIO) pubblica il primo elenco delle sostanze vietate (anfetamine, stimolanti e analgesici narcotici), in occasione dei giochi olimpici d'inverno di Grenoble. Da allora, l'elenco dei prodotti proibiti si è arricchito, ma anche quella degli sportivi scomparsi prematuramente.

1998. Sprinter americana Florence Griffith-Joyner muore a 38 anni di un attacco cerebrale che durante il sonno. L'autopsia, come molto spesso nei casi di morte improvvisa, non permette di fare il legame con un eventuale consumo di prodotti dopants. Tuttavia, prestazioni fuori norme di "Flo-Jo", detentrice dal 1988 di due record del mondo inaccessibili (10 s 49 su 100 m e 21 s 34 su 200 m), e la sua trasformazione morfologica aveva alimentato i sospetti su una preparazione a base di steroidi anabolizzanti. Ma la loro somministrazione favorisce il rischio d'attacco cardiaco o cerebrale aumentando tenore di colesterolo.

2001. Il vecchio recordman del mondo di 10.000 m, Richard Chelimo, morto a 29 anni di un cancro del cervello. "Negli anni a venire, molti atleti moriranno a causa dell'doping," reagisce il doppio campione olimpico marocchino, Hicham El Guerrouj, dopo la scomparsa del fondista keniano. "Credetemi, ci saranno ancora altre morte premature.""

Nel 1990, la federazione olandese di ciclismo aveva aperto un'indagine dopo le morti sospette, per sentenza cardiaca, di sette dei suoi corridori di cui quelle di Johannes Draaijer, a 27 anni, di Connie Meijer, a 25 anni, decorato bronza ai mondiali del 1987, e di Bert Oosterbosch, a 32 anni, vincitore di tre tappe del giro. Le autopsie non avevano rivelato nulla, ma la vedova di Johannes Draaijer, 130e del giro 1989, aveva affermato che il suo marito prendeva eritropoietina (EPO) ed auspicato che la sua morte funga da avvertimento. Iniettata sotto la sua forma sintetica, l' EPO - normalmente seceretta dai reni - possiede la particolarità di aumentare la concentrazione di globuli rossi nel sangue. Molto valutata degli sportivi perché permette di migliorare il trasporto di l'ossigeno verso i muscoli e dunque le capacità di durata, essa aumenta i rischi di incidenti cardiovascolari rendendo il sangue più denso. In un articolo della New England giornale of Medecine, il medico Allan J. Ersley spiegava, fin dal 1991, che l' assunzione di EPO con atleti potevano essere "responsabili di trombosi mortali".

Le morti sospette non riguardano soltanto ciclisti. In Italia, procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, che si è reso famoso indagando sulle pratiche farmacologiche del Juventus, conduce da molti anni uno studio epidemiologico sui giocatori del Calcio. Su 24.000 calciatori che sono evoluti in 1a, 2e e 3e divisione tra il 1960 ed il 1990, il giudice ha indicizzato 400 decessi e ne ha giudicato più di 70 sospetti. Fra queste morti sospette, lo studio rileva un numero anormalmente elevato di leucemie e di cancri del fegato, del pancreas o di colono. Malattie che sono favoriste dall' assunzione di steroidi anabolizzanti o di ormoni di crescita. Lo studio ha anche messo in evidenza la forte proporzione di giocatori raggiunti di sclerosi laterale amyotrophique (SLA), una patologia neurologica che comporta una paralisi progressiva di muscoli.

Secondo la recensione effettuata da Raffaele Guariniello, più di trenta calciatori sono morti di questa malattia. Così dell'ex giocatore di Fiorentina Giuseppe Longoni, morto in marzo, a 63 anni, o del vecchio difensore del Sampdoria, Gianluca Signorini, scomparso nel 2002, a 42 anni.

MIRACOLATO

In un articolo pubblicato nella rivista Lancet Neurobiology nel 2003, dei ricercatori italiani suggeriscono che un'attività fisica intensa associata alla presa abusiva di medicine può spiegare lo sviluppo di SLA presso i calciatori. Un tracciato preso seriamente dal procuratore assistente di Torino, che prova attualmente su ratti di laboratorio cure medicali dirette ai giocatori tra il 1960 ed il 1990.

Il giudice ha anche consegnato le prove di molti calciatori di questa generazione. "Io sono miracolato, ha conceduto Giovanni Galeone," oggi allenatore di Udinese. "Con tutti i prodotti che ho preso quando avevo 20 anni, sono felici di essere in vita." Vecchio compagno di squadra di Gianluca Signori, Giovanni Ziviani mette in guardia: "Chi sa ciò che arriverà tra venti anni ai ragazzi che, oggi, sono pieni di EPO e di ormoni di crescita?"

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